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Claudio Servetti
Grande appassionato di cavalli e di montagna. Calmo, entusiasta e riflessivo. Guida chiunque in sicurezza su qualsiasi tipo di terreno. Lunga esperienza nell'alpinismo, ha gestito in passato alcuni rifugi alpini. E'nell'Alpitrek dal 2000.

Guida a cavallo riconosciuta dalla Regione Piemonte dal 2003.


Dal Santuario del Selvaggio di Giaveno al Rifugio Val Gravio e ritorno.
USCITA DEL 23/24 giugno 2001
 

La prima avventura della stagione, in compagnia di Brown e indi.

Primo giorno
Percorso: dal Selvaggio, Borgata Brando, Mattonera e borgata Picchi, Palè-Pian Gorai, proseguire per il sentiero e prima della forte salita che lo rende impercorribile a cavallo, seguire a DX in traverso fino a ricongiungimento il precedente, sulla sommità si trova la Cappelletta dell'Alpe di Giaveno in centro della apertissima valle a 45 min dal Colle del Vento che si vede in modo evidente.
Poco oltre lasciare il sentiero principale per seguire a DX in piano (segni rossi) in direzione della Rocca del Montone.
Il sentiero taglia il versante a DX poco sotto la cresta fino al Pian dell'Orso.
Superare la costruzione ed iniziare la discesa verso il Gravio. Prendere il sentiero non bellissimo verso Fumavecchia (45 min) ma abbandonarlo quasi subito tagliando a DX per un sentiero che porta come destinazione Monte Benedetto / Fumavecchia. Anche se allunghiamo il percorso evitiamo la frana che ci rende impraticabile il sentiero più diretto.
Anche qui attraversiamo una frana nei pressi dell'acquedotto seguendo la traccia a SN.
Dopo una lunga discesa si arriva a Fumavecchia al di là di una careggiabile sterrata. Seguire indicazioni per Pian Signori e poi finalmente le prime indicazioni per il Rifugio Val Gravio.
Nei pressi del Gravio, a DX per Monte Benedetto fino a trovare una traccia che ci porta ad un guado praticabile, subito a SN seguendo il torrente fino ad incrociare il sentiero che arriva da Adret ed in pochi minuti si arriva alla meta.
Tempo impiegato: 11 ore
Tempo occorrente conoscendo il percorso: 9 ore circa.

Secondo giorno
Dal Rifugio scendere e riguadare il Gravio per prendere il sentiero in discesa in direzione Monte Benedetto, arrivati nella borgata raggiunta dalla carreggiabile percorrerla fino a lasciare a SN la Certosa. Continuare per 18 Km circa fino a Villarfocchiardo utilizzando quando possibile le scorciatoie ben segnalate.
Dal centro di Villar, proseguire in discesa fino a trovare un negorio GBC con a fianco un alimentari, svoltare in quella stradina sterrata senza abbandonarla ( segue i canali di irrigazione) fino a S.Antonino.
Arrivati nei pressi del centro del paese, piegare a DX seguendo indicazioni "campi sportivi" e oltre seguire la strada che porta a Cresto da dove inizia il sentiero dei Franchi.
Una strada mal asfaltata porta alla Borgata Mura da dove riparte il sentiero. Prima di entrare nella borgata, svoltare a DX seguendo un sentire molto ampio quasi carreggiabile che piega a SN guadando un paio di piccoli torrenti. Proseguire tenendosi s SN verso il basso fino ad arrivare alla strada che porta al Colle Bra ida ( se si continua a salire verso DX si arriva al colle Remondetto ma è poco evidente).
Dalla Braida verso Presa delle Rose, Pian Aschero e finalmente a Selvaggio.
Tempo impiegato: 9 ore

Impressioni:
Bella avventura che mi ha molto gratificato, in compagnia del mio cane e del mio cavallo. Insieme ai miei compagni di avventura abbiamo dovuto trovare il percorso più sicuro per evitare rischi inutili. Decidere per loro ha stimolato tutti i miei sensi nello sforzo di non commettere errori che potessero provocare incidenti a uno di noi. Come al solito hanno confermato il loro coraggio anche quando con Brown ci siamo bloccati nella frana.
Il paesaggio è stupendo e il tempo meraviglioso, la serata con Luciano e i suoi ospiti piacevole. I ricordi degli anni passati al Rifugio con i miei amici e di una parte importante della mia vita mi ha commosso, accompagnato dal piacere di essere ancora lì, dopo più di venti anni, a cercare di scoprire qualcosa di me, a confermare quello stile di vita e quei valori che mi appartengono e a cui non posso fare a meno.
La vita fugge via, non riesco a fermare i momenti, le impressioni, le cose belle forse perché la fortuna che mi ha sempre accompagnato, non mi ha messo di fronte a situazioni dove rimpiangere le cose più semplici, di tutti i giorni.
Molti anni fa cercai di descrivermi, di radiografarmi, di capirmi scrivendo delle impressioni. Non mi capita di rileggere spesso quegli appunti ma li ricordo bene e oggi a distanza di oltre venti anni, non sorrido di quello che quel ragazzino scriveva e nonostante la vita abbia scelto per me il suo percorso, sono contento di continuare a seguire quella linea magica, colonna sonora della mia vita.

 

 

 

 



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